domenica 3 gennaio 2010

we are golden

Inarcò non troppo vistosamente il sopracciglio destro, poi chiese pacatamente: «Invidioso del golden boy, io? Giusto un poco, forse, ma soltanto per alcuni motivi contingenti e niente affatto per ragioni strutturali, se capisci quel che intendo. D'altronde di cosa dovrei essere invidioso? Lui sarà pure più bello, ma io sono molto più intelligente, ho avuto ed ho una vita sociale più interessante della sua, non fumo e non mi sono mai drogato. Sono di certo migliore di lui nell'esercizio delle arti liberali (le quali sono di gran lunga il miglior cibo dell'anima) e so comporre: lui non ci riuscirebbe neanche con Paul Simon che gli suggerisce da dietro le spalle. Non sono opportunista, gretto ed egoista quanto lui, dico meno bugie e faccio a meno di scuse; ho persino imparato a non cercare altri colpevoli all'infuori di me medesimo, per quanto riguardi le sventure della vita. Sono umorale ed indaffarato come lo siamo tutti, ma questo non mi impedisce l'adempimento dei miei doveri, specie quelli morali.»
«È astio quello che provi?» gli domandai. Mi rispose di no. «Solo dispiacere, poiché gli voglio bene».

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