giovedì 11 febbraio 2010

money can't buy me love

Noi siamo contro il consumismo sfrenato delle festività tipiche del capitalismo più barbaro, tipo San Valentino. Noi rifuggiamo un concetto di amore che si misuri sulla base del denaro e della mera materialità, non è vero tesoro?

Tesoro?

Dove sei?

lunedì 8 febbraio 2010

you belong with me

Sogno il giorno in cui ti sveglierai e capirai
Che tutto ciò che stai cercando è sempre stato qua

Se solo potessi vedere che sono l'unica che ti comprende
Sono sempre stata qui, allora perché non capisci?
Il tuo posto è insieme a me


Ascolto questa canzoncina e mi dico che non capirò mai fino in fondo se quello che provo nei confronti del fanciullesco romanticismo degli americani sia stizza o invidia; sono un popolo rimasto talmente ancorato alle proprie radici ottocentesche da averle sublimate, trasformate in un vero e proprio stile di vita, una gigantesca lente rosa attraverso la quale riescono a vedere il mondo anche nei momenti peggiori. Ma non sta qui il punto. Il punto è che questa lente è per loro il filtro della realtà quotidiana, la quale si trasforma in un gigantesco serbatoio di struggenti love stories a lieto fine, buoni sentimenti a profusione e commoventi racconti di anatroccoli che diventano cigni sul palcoscenico di una high school o di un college. Di certo hanno imparato bene il mestiere e sanno su cosa fare perno per colpire l'attenzione della gente, per guadagnare il più possibile dalle facili emozioni di storie che parlano di teenager e primi baci, ma non basta. Non sono del tutto convinto che il dio denaro dica l'ultima parola anche su questo: quella di fondo rimane una questione culturale. E allora è probabilmente per questo che noi cupi e riflessivi (ma soprattutto snob) europei cediamo spesso alla loro naïveté mascherata da stucchevole banalità. Forse ogni tanto anche a noi piace vedere il mondo più rosa.