lunedì 8 febbraio 2010

you belong with me

Sogno il giorno in cui ti sveglierai e capirai
Che tutto ciò che stai cercando è sempre stato qua

Se solo potessi vedere che sono l'unica che ti comprende
Sono sempre stata qui, allora perché non capisci?
Il tuo posto è insieme a me


Ascolto questa canzoncina e mi dico che non capirò mai fino in fondo se quello che provo nei confronti del fanciullesco romanticismo degli americani sia stizza o invidia; sono un popolo rimasto talmente ancorato alle proprie radici ottocentesche da averle sublimate, trasformate in un vero e proprio stile di vita, una gigantesca lente rosa attraverso la quale riescono a vedere il mondo anche nei momenti peggiori. Ma non sta qui il punto. Il punto è che questa lente è per loro il filtro della realtà quotidiana, la quale si trasforma in un gigantesco serbatoio di struggenti love stories a lieto fine, buoni sentimenti a profusione e commoventi racconti di anatroccoli che diventano cigni sul palcoscenico di una high school o di un college. Di certo hanno imparato bene il mestiere e sanno su cosa fare perno per colpire l'attenzione della gente, per guadagnare il più possibile dalle facili emozioni di storie che parlano di teenager e primi baci, ma non basta. Non sono del tutto convinto che il dio denaro dica l'ultima parola anche su questo: quella di fondo rimane una questione culturale. E allora è probabilmente per questo che noi cupi e riflessivi (ma soprattutto snob) europei cediamo spesso alla loro naïveté mascherata da stucchevole banalità. Forse ogni tanto anche a noi piace vedere il mondo più rosa.

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